Poi come fa uno a non arrabbiarsi? Tutti noi amiamo la libertà, indistintamente dal nostro credo politico (ammesso che ne abbiamo uno), sesso, religione, razza e frazione di appartenenza. Premesso ciò e premesso che la parola “libertà” viene usata ormai trasversalmente in politica per ragioni di marketing e non ideologiche, voglio rendervi partecipi della mia preoccupazione riguardo il valore che questa parola sta assumendo nella nostra nazione.
La RAI Radiotelevisione italiana, e sottolineo italiana, dopo la felicissima prova al concertone del primo maggio continua a riproporre il divieto di parlare dei referendum. A casa mia si chiama censura. Ma non la chiamerò cosi altrimenti verrò additato come comunista complottista.
La chiamerò allora “timballetto” cosi è più simpatico e piace a tutti.
Il timballetto è stato servito a tutti coloro che sono intervenuti al concerto del primo maggio, gli idioti hanno firmato un foglio che credevano fosse una semplice liberatoria ed invece c’era una clausola timballetto che vietava di parlare dei referendum. Come pena sanzioni di diverse migliaia di euro.
Ma questa oramai è storia, è accaduto quasi due settimane fa…ce lo siamo bello e scordato. Noi italiani siamo bravissimi a lasciar correre ultimamente. La novità di oggi l’ho trovata su un blog e indovinate…parla ancora di un altro timballetto, un timballetto piccolo che però ribadisce e conferma che si mangerà timballo fino a giugno. Se questa testimonianza fosse vera (è firmata con tanto di nome e cognome ma io in questi casi mi avvalgo del beneficio del dubbio), si tratterebbe della palese volontà del servizio televisivo nazionale di non parlare dei referendum. Pensate a quanti controsensi in una sola frase. Perchè il servizio nazionale, che in quanto tale dovrebbe avere come prima occupazione quella di informare i cittadini, dovrebbe vietare di parlare di referendum? Il referendum è un voto diretto, una presa di posizione popolare che paleserà delle volontà riguardo temi che “toccano” tutti. Quindi? Perchè cercare di timballettare tutto fino a Giugno?
Per me tutto ciò suona come una conferma: la tv ormai è un posto inutile che punta solo a distrarre e in quanto tale va debellato. Altrimenti diventeremo ancora più struzzi di quanto non siamo già. Internet invece è un bel posto, fortunatamente ancora libero dove si può chiacchierare senza la paura del timballetto. Il governo del fare (timballetti) la pensa sicuramente come me e nella personcina di Brunetta ha dichiarato che entro metà dell’anno prossimo tutte le scuole saranno dotate di connessione wi-fi. Suona molto come la promessa di debellare il cancro fatta dall’altissimo qualche tempo fa dal pulpito di piazza San Giovanni (in molti se la sono dimenticata, o forse hanno rimesso la testa sotto la sabbia) ma io ci voglio credere, anche se a casa mia ancora c’è la 56 Kb nell’anno domini 2011.
Ogniuno trarrà le sue conclusioni, personalmente credo che qualcuno lassù sui monti con Hannette, sondaggi alla mano, si stia cagando sotto. Come ho già scritto in passato, loro sperano nel sole e nelle vacanze al mare, io continuo a sperare nella pioggia e nel voto.
Qui sotto riporto la testimonianza del timballetto.
“Ciao a tutti,
sono una ricercatrice, mi occupo di diritto ambientale e di risorse idriche. Ieri mattina dovevo intervenire ad un programma RADIO RAI (programmato ormai da due settimane) per parlare del referendum sulla privatizzazione dell’acqua e chiarirne meglio le implicazioni giuridiche.
È arrivata una circolare interna RAI alle 8 di ieri mattina che ha vietato con effetti immediati a qualunque programma della RAI di toccare l’argomento fino a giugno (12-13 giugno quando si terrà il referendum), quindi il programma è saltato e il mio intervento pure.
Questo è un piccolo esempio delle modalità con cui “il servizio pubblico” viene messo a tacere e di come si boicotti pesantemente la possibilità dei cittadini di essere informati e di intervenire (secondo gli strumenti garantiti dalla Costituzione) nella gestione della res publica. Di fronte a questa ennesima manifestazione di un potere esecutivo assoluto che calpesta non solo quotidianamente le altre istituzioni, ma anche il popolo italiano di cui invece si fregia di esser voce ed espressione, occorre riappropriarci della nostra voce prima di perderla definitivamente. Il referendum è evidentemente anche questo!
Mariachiara Alberton”
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